Confini dell'inconscio
Acrilico su tela (30x40)
Opera unica originale (non replicabile) con certificato di autenticità dell'artista.
Confini dell’inconscio
Su uno sfondo bianco si muovono spennellate astratte di nero e bianco, fluide, quasi danzanti.
Non si oppongono, ma si incontrano, si sfiorano, si mescolano creando sfumature delicate e profonde, come se il quadro stesse cercando un linguaggio tutto suo per raccontare la mente umana.
Al centro, una zona più chiara: una chiazza bianca, come una pausa tra i contrasti.
È la nostra parte lucida, consapevole, quella che cerca di dare un senso, che osserva e analizza.
Attorno, però, il nero si fa più presente. Non opprimente, ma costante, come una voce sommessa: è l’inconscio che parla, che respira appena sotto la superficie.
Non grida, ma influenza tutto.
E in fondo a sinistra, quasi nascosta, emerge una figura indefinita.
Ha sembianze demoniche, ma non è in movimento. È lì, addormentata, silenziosa, ma percettibile.
È la personificazione di tutti i nostri traumi, delle paure che crediamo dimenticate ma che restano pronte a risvegliarsi al minimo tocco.
Non fa paura perché è attiva, ma perché potrebbe esserlo in qualsiasi momento.
“Confini dell’inconscio” non rappresenta una lotta tra bene e male, tra luce e buio, ma piuttosto la sottile linea che separa ciò che conosciamo da ciò che ci abita senza il nostro permesso.
È un invito a guardare dentro, a riconoscere che l’inconscio non è assenza di luce, ma una luce diversa, più profonda, più antica.
In quest’opera, tutto si muove in bilico tra ciò che emerge e ciò che resta sommerso, tra il silenzio apparente e il caos interiore.
Un equilibrio instabile, come quello tra la coscienza e ciò che da sempre la sfiora senza essere visto.